Vorrei non fosse così, ma continuo a imbattermi in umanisti che manifestano il loro più netto rifiuto nei confronti del digitale (usano il pc appena per scrivere le loro relazioni e la posta elettronica la consultano con tempi non immediati). Se penso a quanti archivi digitali sono online oggi a portata di mano e di consultazione per studiosi e studenti, mi rendo conto che l’opera di alfabetizzazione digitale del nostro blog deve rendere sensibili al tema anche gli umanisti del futuro. Abbiamo quindi chiesto su questo tema un “guest post” a Benedetta Saglietti, che di archivi digitali (per lo più musicali) ne sa e li frequenta con consuetudine.
.
La ricerca umanistica non può più prescindere dagli strumenti digitali: lo sappiamo tutti ormai da tempo.
Oltre alla vitale intersezione tra archivio analogico e quello digitale, un mondo di possibilità è pure dischiuso, non solo dalla digitalizzazione di ciò che esisteva in cartaceo, ma anche dall’esistenza di un pubblico, più ampio di quello universitario, cui diffondere le nostre ricerche.
Il plus della rete, intesa quale reticolato di persone, rende praticabili imprese che fino a qualche anno fa sarebbero state ardue, se non impensabili.
Sul fronte delle biblioteche in tutta Europa si rendono sempre più disponibili online le collezioni, con modi e finalità che variano, anche molto, da nazione a nazione e da biblioteca a biblioteca. I fondi, dal punto di vista di un osservatore esterno, sembrano spesi – almeno nei casi più virtuosi – più o meno equamente tra digitalizzazione e tutela del patrimonio documentale.
Porterò solo qualche esempio relativo alla mia esperienza e agli strumenti che uso o che sono stati utili alle mie ricerche e ai progetti che si possono fare online grazie alle biblioteche italiane.
Venezia e Pistoia
In Italia molte biblioteche sono già abituate a interagire con i loro utenti, per esempio su Twitter. Un account che seguo con particolare interesse è quello della Marciana (@bibliomarciana), una delle biblioteche più affascinanti di tutta la penisola che ha un enorme, prezioso archivio dei possessori. Si sbircia qui.
Un titolo per approfondire il tema l’hanno scritto Bambini & Wakefield – La biblioteca diventa social (anche in formato Kindle) – che lavorano alla San Giorgio di Pistoia (una biblioteca leggendaria, molto avanti sui temi del digitale, che conobbi grazie a Maurizio Vivarelli): questo libro è uno sguardo sui principali social network che la biblioteca può adottare per qualificare i propri servizi.
Roma e Vaticano
Anche la biblioteca Hertziana di Roma possiede un ampio database di lavori digitalizzati, ma anche altri materiali, mappe, monumenti, ecc. Controllate da soli a questo link.
Sempre a Roma, la Biblioteca Apostolica Vaticana permette l’accesso alle riproduzioni digitali di oltre 4000 suoi manoscritti.
Torino
Le esigue collezioni digitali della Biblioteca universitaria di Torino (Juvarra, balletti di corte sabauda, manoscritti di Vivaldi) sono confluite sul celebre portale italiano Internet Culturale . Chi ama i numeri può controllarli qui (a pagina 8 di questo pdf): le uniche fonti incrementate, anche se di poco, negli ultimi due anni sono partiture musicali.
Le cose vanno decisamente meglio all’Archivio di Stato, il cui sito dichiara che la digitalizzazione valorizza il patrimonio per facilitarne, attraverso la consultazione elettronica, la conoscenza da parte di un pubblico vasto e, allo stesso tempo, meglio tutela gli originali.
Se passate invece dalla Biblioteca Reale potete vedere, anzi sfogliare con le vostre dita su un maxi schermo, una digitalizzazione emozionante: quella del Codice del volo di Leonardo Da Vinci. Potete visionare ogni singola pagina del Codice anche da questo link che ripropone la stessa digitalizzazione della Biblioteca Reale.
Firenze
Qui meritano una menzione speciale almeno il fondo Mediceo avanti il Principato che contiene documenti relativi al periodo precedente l’investitura di Cosimo dei Medici a Duca di Firenze (1537).
Molto promettente è inoltre il progetto The Medici Archive Project che si sta occupando di digitalizzare il fondo Mediceo del Principato (anni: 1530 ca – 1737 ca; 6610 unità archivistiche). L’archivio è a consultazione gratuita, previa registrazione. Comprende il catalogo completo del fondo (anche se non tutte le filze sono già state digitalizzate), un forum per la comunità dei ricercatori, e ha un’interfaccia molto gradevole, oltre che facile da usare. Qui qualche informazione in più sulla nascita del progetto.
Potete raccontare la vostra esperienza di ricercatori digitali, se lo desiderate, lasciando un commento.
.
Benedetta Saglietti su Twitter è @lacritica, potete trovarla anche sul suo blog e su G+.
.
[ Nel marzo 2016 abbiamo pubblicato la seconda puntata di Risorse digitali per i nuovi umanisti #2 ]
.
Per questo scopo esiste su FB la pagina:Risorse digitali per umanisti, in cui si postano risorse scovate qui e là. Merita un’occhiata
grazie Manuela per la segnalazione, non lo conosciamo e andiamo certo a seguirlo. 🙂
Fa piacere apprendere che esistono delle realtà di questo tipo, tuttavia credo che l’intervento mi sembra leggermente ottimista rispetto alla situazione delle biblioteche e degli archivi italiani. Molte lodevoli iniziative sono al palo per mancanza di fondi e anche di idee e di progettualità (vedi manus), per non mancare della mancanza di coordinamento fra i vari progetti ecc.
Ie comunque che mi occupo di manoscritti moderni e di calligrafia, e che continuo a scrivere a mano, non ho particolari problemi ad utilizzare il pC, anzi, sono per una integrazione dei sistemi, ciascuno con le sue particolarità e caratteristiche.
Cordiali saluti
@Manuela la pagina web sembra purtroppo non funzionare (o meglio, non esistere più).
@Francesco: ho parlato di realtà esistenti e funzionanti, che conosco come utente esperta. Con i loro pregi certo, ma anche con qualche difetto. Non posso parlare di fondi senza avere accesso a dei dati (e non era l’intento del mio post): quando reperibili, li ho segnalati!
Nella prossima puntata parlerò dei progetti europei di digitalizzazione. Continui a seguirci!
Benedetta, io alla pagina Facebook che ha indicato Manuela mi sono iscritta, funziona ed è attiva.
Anzi, adesso posto questo articolo 🙂
Pingback: Risorse digitali per i nuovi umanisti | Benedetta Saglietti
Pingback: Risorse digitali per i nuovi umanisti #2 | eBookReader Italia